Amichevole di volley al carcere di Monza
Il racconto delle atlete dell’USSB San Barnaba
«È stata una di quelle giornate che nascono perfette, a cui le ragazze hanno subito aderito con entusiasmo: sia per la finalità del progetto che per la curiosità, perché avere a che fare con il mondo del carcere non è una cosa che capita tutti i giorni. Abbiamo trovato un gruppo di ragazzi affiatato, è stata una partita divertente e impegnativa».
A raccontarci l’esperienza incredibile di prendere parte a un’amichevole in carcere questa volta è stato Marco Gratiroli, allenatore della squadra di pallavolo Open della società USSB San Barnaba. Nella mattinata del 20 gennaio le ragazze sono scese in campo contro la formazione maschile del Carcere di Monza del reparto Luce: nonostante il freddo e alcune difficoltà logistiche si è creata l’occasione per una bellissima mattinata di condivisione.
«Ci siamo chiesti se anche i detenuti abbiano avuto la nostra stessa sensazione e abbiano pensato poco al luogo in cui eravamo». ha aggiunto coach Gratiroli, raccontando di come grazie allo sport anche una cornice impattante come un carcere sia passata in secondo piano nel corso del match, lasciando che fossero il campo e le due squadre gli unici protagonisti.
E dopo la partita c’è stato tempo per confrontarsi e parlare: è stato il momento che più ha colpito le atlete della società USSB, che hanno ascoltato i racconti dei detenuti e hanno potuto riflettere sull’importanza di alcuni piccoli gesti che spesso nel quotidiano vengono dati per scontati. «La cosa che ci ha fatto più riflettere sono stati i minuti in cui abbiamo scambiato due chiacchiere con i ragazzi dopo la partita: non tanto del perché fossero li, ma di come si sentissero. I ragazzi si sentono molto fortunati e noi ci siamo sentiti contenti di aver regalato questo momento di leggerezza, nonostante ci fosse un sottofondo di malinconia dato dalla lontananza dalla propria famiglia e dalle persone a cui si vuole bene. Abbiamo notato che i ragazzi avevano voglia di raccontarsi. Molti sottolineavano cose molto semplici, come la voglia di dare un abbraccio alla mamma, che è uno dei gesti più semplici del mondo. Noi diamo tanto per scontato: quando ci rendiamo conto che ci sono persone che non possono avere tutto allora assumono più valore» così l’allenatore ha concluso il commento relativo alla mattinata.