La scuola entra in carcere con il CSI
Sabato di emozioni per la 5EU del Parini di Seregno
La storia che vi andiamo a raccontare è di quelle belle.
Immaginate un gruppo di ragazze e ragazzi (la 5° EU del liceo Parini di Seregno) impegnati in un percorso di approfondimento sul tema delle libertà e dei diritti individuali. Immaginate una mattinata in cui viene loro spiegato il progetto “Sportivi Sempre” che racconta quanto il Csi fa all’interno delle carceri attraverso lo sport. Fate un ennesimo sforzo e vi accorgerete che, tra le ragazze e i ragazzi della 5° liceo, vi sono dei pallavolisti in erba… Quasi fosse un puzzle, i pezzi si compongono e l’idea di giocare un paio di set in carcere per poi confrontarsi con i detenuti sul tema dei diritti e delle libertà diventa qualcosa dipiù di un’idea.
Il carcere prescelto è la casa circondariale di Monza che, all’insolita richiesta, risponde in maniera affermativa. E così arriva il grande giorno: sabato 15 aprile. Alle 8.30 venti studenti accompagnati da due insegnanti “coraggiose” varcano i cancelli dell’istituto di reclusione monzese diretti alla sezione “luce”. La timidezza iniziale lascia il posto alle emozioni della partita che sta per iniziare, è la magia dello sport.
In campo ciascuno dà il meglio di fronte ad una platea che sostiene entrambe le squadre. A spuntarla sono stati i ragazzi del carcere che vincono due set sui tre giocati, ma l’applauso finale dice molto di più. Nella sala limitrofa al cortile esterno, teatro della performance sportiva, gli occhi dei giovani studenti incontrano quelli dei detenuti e le domande prendono il posto di schiacciate e palleggi. Tanti argomenti tra i punti interrogativi: il senso della libertà, il rapporto con i figli, la speranza di riprendersi la propria vita dopo la reclusione, l’importanza del lavoro e degli affetti, il desiderio di riscatto personale, il rapporto con gli agenti di polizia, il timore e la paura di perdere i contatti con il mondo esterno.
Un’ora e mezza di dialogo a cui partecipa anche il Comandante degli agenti, dott. Felice De Chiara. Il racconto parte dalla personale scelta di vita per poi descrivere il suo modo di intendere il carcere: “I reclusi sono persone umane esattamente come noi – afferma il Comandante – con le stesse esigenze e i medesimi bisogni. Dobbiamo mettere fine ai pregiudizi che accompagnano i detenuti durante e dopo la scarcerazione. Spesso è proprio il pregiudizio che preclude il loro reinserimento nella società e quindi la piena riabilitazione”. Il messaggio arriva forte e chiaro e come non essere d’accordo. Il Comandante riconosce le grandi limitazioni e sofferenze legate alla condizione detentiva, ma ribadisce che mai deve ledere la dignità della persona.
I detenuti della sezione Luce godono di una condizione privilegiata rispetto agli altri che consente loro una maggiore mobilità, autonomia, possibilità di lavoro e in prospettiva qualche permesso d’uscita. Un privilegio ottenuto al termine di percorso definito che consente solo di intravedere la possibile libertà.
La vera sorpresa sono i sorrisi e l’accoglienza che i detenuti riservano ai giovani del liceo Parini. Seppur per qualche ora, consentono agli studenti di entrare nel loro mondo, così diverso e complicato, aprono la porta e si lasciano “guardare e interrogare” senza alcuna ritrosia. Non è scontato. Raccontano il loro vissuto, le attese che scandiscono ore spesso molto lunghe, i sogni e i desideri di normalità. Al termine dell’incontro gli stessi sguardi si incrociano, le mani si stringono ancora una volta, per condividere una singolare e reciproca gratitudine.
E’ nostro desiderio ringraziare il dirigente del Liceo Parini di Seregno Dott. Gianni Trezzi, la Direttrice del Carcere di Monza Dott.ssa Maria Pitaniello, che hanno reso possibile questo importante incontro; le ragazze e i ragazzi della 5EU che con determinazione hanno scelto di vivere un’esperienza così particolare; le insegnanti Prof.sse Federica Zanutto e Daniela Carnevale per la preziosa condivisione, l’impegno e la sensibilità educativa; il Comandante della polizia penitenziaria del Carcere di Monza Dott. Felice de Chiara per la splendida testimonianza resa insieme agli agenti presenti e infine, i detenuti e l’allenatore Csi Alessandro Raimondi, per l’attenzione e l’accoglienza che ci hanno fatto sentire i benvenuti.