La notte della 24 ore
Teatro gremito in oratorio per lo spettacolo “Il pallavolista volante” autobiografia di Andrea Zorzi
Campioni al servizio dell’educazione.Così nel pomeriggio cernuschese ecco Emiliano Mondonico allenare e arbitrare un’amichevole tra Aso Cernusco e Bresso, mentre in palestra Manu Benelli palleggia con le pallavoliste del Csi Milano. La 24 ore ha vissuto momenti di gioco oltre ai dibatti erogatori di idee. Nella palestra, sotto lo sguardo attento dei mister Zarzana e Vergnani, è scattato anche il triangolare della Nazionale Amputati contro le formazioni juniores Bresso 4 e Aso Cernusco.
È quasi febbraio, ormai, sta per scattare la mezzanotte, la platea è stracolma dopo 13 ore di maratona di idee, quando sul palco dell’Aso va in scena il penultimo blocco dedicato alle grandi imprese sportive. Come quella di Annalisa Fioretti, pneumologa, alpinista di Carugate, è l’unica donna italiana ad aver raggiunto le vette del Gasherbrun e Kancgchenjunga. È lei ad aprire la strada sulle imprese sportive. “Non abbiate paura di sognare. Se credete in qualcosa dovete battervi per quello, senza calpestare gli altri. Serviranno anni, ma non smettete di farlo”. E’ questo il messaggio che Annalisa lancia ai ragazzi giovani in platea, ricordando come spesso abbia rinunciato alla vetta più alta per mettersi in gioco e aiutare il prossimo.
“Sentirsi atleta è una cosa stupenda”. Questo è l’attacco di Fabio Morlino, giocatore di hockey su sedia a rotelle. “Sono stato fortunato perché per certi versi ho potuto praticare sport anche a cento chilometri da casa, e per questo abbiamo fondato una squadra al mio paese per stimolare i giovani ad avere obiettivi, uscire di casa e fare sport”. Dall’incontro parte una promessa di Massimo Achini, per gemellarsi con la squadra di Fabio e sostenere la sua squadra per farle disputare un vero campionato nella prossima stagione sportiva. “Disputare due finali scudetto consecutive è stata una mia grande vittoria, ma mettere in piedi una società sportiva andando contro le convenzioni e le mentalità di paese, lo è stato altrettanto, per far capire che anche i disabili possono essere atleti”.
È una chiusura emozionante quella del penultimo blocco, con le immagini della strage di Nassiriya, nella quale morì anche il padre di Fabio. “Se sono grande lo devo a lui e a mia madre, che mi hanno trasmesso tanto, e lui uno su tutti: stare vicino a chi ha meno possibilità di me. Io sono in carrozzina ma sono fortunato”. Tra gli applausi scroscianti si chiude l’incontro.
Avere le ali, esseri le ali, è il momento di Amedeo Magnani – pilota dell’Aereonautica Militare e arbitro del CSI. “Avevo il sogno nel cassetto di volare, ci ho provato e sono stato fortunato, ma penso che Fabio Morlino sia davvero colui che sa volare in alto”. E’ questo l’inizio delle parole di Amedeo, ufficiale in settimana e casacca gialla ciessina sui campi da calcio nel weekend: “Sono entrato in aeronautica per passione, così come sono entrato per passione a fare l’arbitro del CSI di calcio”. Attraverso il suo ruolo nell’Aereonautica, da sette mesi lavora a Vienna all’Ocse, occupandosi di controversie internazionali. In questo momento, Magnani si sta occupando del conflitto ucraino: “E’ una bella sfida dove la parola d’ordine è il dialogo. Ho sempre creduto che dialogo e comunicazione siano davvero armi vincenti senza cui non si può stare, anche in un contesto così importante. Bisogna perseverare, non abbattersi e, prima o poi, la vinciamo questa sfida. Un sorriso in campo può fare di più di un cartellino”.
“Voglio dirvi delle cose concrete”. Esordisce così l’immancabile Don Antonio Mazzi, ospite illustre dell’ultimo blocco della serata, denominato “Apriamo strade impossibili”. “Ho capito che lo sport è uno dei mezzi più sicuri ed efficaci per mettere a posto i matti”. E’ sempre il solito trascinatore Don Antonio Mazzi, amico del CSI da ormai lunga data. Il prete di Exodus, sciolina racconti e aneddoti sulle sue esperienze di sostegno ai giovanissimi in difficoltà attraverso lo sport, come gli improvvisati 14 ciclisti verso Santiago de Compostela, in giro per 8 mesi per ritornare “con il sedere rotto e la testa sana”, almeno 13 su 14, come ammette il Don. E poi la storia del ragazzino di una comunità di Bormio, che ha ritrovato un senso per la sua vita attraverso il parapendio. “Volevo si spaventasse e capisse di non essere il padrone del mondo. Che capisse che si può perdere in un modo per vincere in un altro senso”.
In chiusura di intervento, Don Antonio ha raccontato anche del nuovo modo di fare scuola a ragazzini di Milano che da tempo vivevano le scuole medie come un ostacolo insormontabile. “Ho mandato questi 6 ragazzi a studiare storia e geografia su una barca a vela all’isola d’Elba. Le cose impossibile riescono sempre, perché ci mettiamo dentro tutto, e quando ci si mette dentro tutto, tutto riesce”.
Chiudono dunque la serata di sabato, prima dello spettacolo di Andrea Zorzi, i tre aneddoti sportivi con i quali Don Mazzi ha spiegato come lo sport sia salvezza per i più. “Bisogna rovesciare la scuola media inferiore, come è fatta adesso è una merdata”.
Sport e scuola
1 – prima ora di scuola il lunedì mattina sport per tutti dal preside al bidello. Qualsiasi cosa.
2 – bisogna abolire il voto allo sport in educazione fisica. Lo sport è vita e non va valutato. Non c’entra con il voto.
3 – creare centri polifunzionali sempre aperti di modo che per 24ore i ragazzi possano fare sport gratuitamente
4 – usare i parchi per farci del movimento esterno, all’aperto. Ad esempio il Parco Lambro, non ho mai visto una scolaresca farci attività fisica e intorno ha 7 istituti scolastici
5 – aiutare i ragazzi a fare più tipi di sport, individuali, collettivi, impegnativi o contemplativi
6 – non farei olimpiadi scolastiche ma eventi sportivi che siano alla base una festa, senza medaglie
7 – centro formazione permanente per docenti di educazione fisica
8 – durante l’ora di educazione fisica conosciamo meglio i ragazzi, quindi dobbiamo avere più attenzione per loro in quelle ore, perché possiamo riconoscere le loro debolezze, chi è gregario e chi no, chi è sempre stanco e chi è problematico
9 – ogni scuola dovrebbe avere un testo sportivo scolastico, dove ci giochiamo dentro l’educazione, lo sport, la festa, la competizione, tutte le cose che fanno parte della vita. “Se i ragazzi fanno solo scuola non impararono niente, ma se attraverso la scuola fanno altro, allora imparano tutti”.
È notte fonda quando l’atmosfera si riscalda nel racconto teatrale de “Il pallavolista volante”, l’autobiografia di Andrea Zorzi, il racconto di una vita, di una carriera sportiva, quella di un campione della "Generazione dei Fenomeni", dal sestetto base a tutti gli azzurri di quell’Italvolley di Velasco, attraverso gli occhi di un ragazzo che cresce e, grazie anche alla famiglia e allo sport, diventa “grande”. Oltre un’ora di aneddoti curiosi, segreti, autoironia, sentimenti, passione, recitati insieme a Beatrice Visibelli, sua compagna di palco.
Difficile cogliere l'attenzione di un pubblico semi assopito alle 3 di notte... Ma Gigi Cotichella ce l'ha fatta.
Un divertente e coinvolgente mix di riflessioni e aneddoti sulla vita di Don Bosco partendo dallo stile anticonformista che lo ha caratterizzato.
Palloni volanti, cori alternati, monologhi e dialoghi con i giovani... Il pubblico ha colto l'essenza dell'insegnamento di Don Bosco mettendosi in gioco in prima persona, affidandosi e fidandosi, come lui chiedeva ai suoi giovani.
Tocca alle Sentinelle nella notte, fra karaoke, comicità, musica e animazione portare la maratona Csi fino alle prime ore dell’alba.
Suonano le campane della chiesa di S. Maria a Cernusco. “Gesù che dorme sulla barca” è il Vangelo domenicale della Messa. E Don Alessio Albertini dedica la sua omelia alla paura. “Per prima cosa tutti provano paura, ansia, angoscia, penso ad esempio prima del responso di un esame istologico, nell’attesa di un bambino, mentre si riunisce una direzione che all’ordine del giorno ha il taglio del personale. Sono angosce dove a volte si sente l’abbandono di Dio. Rispondo “Il Signore è con te” questa frase che è scritta 366 volte nella Bibbia. Vi dico allora “Abbiate coraggio di affrontare ogni giorno dell’anno la vita”. Siate protagonisti voi giovani! E non spettatori! Non pensate in campo alla paura del fallimento, altrimenti non darete il meglio di voi. Se tu stai dalla parte del bene e vuoi fare bene, non hai la preoccupazione di averla sempre vinta, come fece Gesù”.