Delpini: usare la fiducia contro la paura
Così l'Arcivescovo nel giorno di Sant'Ambrogio
«Riconosciamo che la fiducia è la virtù doverosa di coloro che interpretano la vita come una vocazione. È un dovere per noi tutti e in modo speciale per coloro che hanno responsabilità per il bene comune. La fiducia è un dono che chiede di essere reciprocamente offerto. Significa: volgere lo sguardo con benevolenza verso l’altro. Fidarsi, avvicinandosi all’altro, mettere nelle mani dell’altro la propria speranza. Esprimere gratitudine, credere alla promessa che l’altro è per te».
Siamo partiti dalla fine del discorso di Monsignor Delpini alla città nel giorno di Sant'Ambrogio, e lo facciamo alla fine di due giorni di festa importanti per la Chiesa e in particolare per la città di Milano. Arriviamo in chiusura ma lo facciamo con alcune delle paroli più importanti della riflessione consegnata dall'Arcivescovo ai milanesi: la fiducia come un dovere per chi opera per il bene comune.
Nel rimandarvi al sito della Chiesa di Milano per leggere l'intero discorso di Monsignor Mario Delpini (QUI), aggiungiamo solo la trascrizione di un passo del testo che ci ha colpito molto perchè sembra parlare dritto anche al popolo delle società sportive, fatto di gente che si rimbocca le maniche, che si esprime nel volontariato, gente che spesso ha titubato prima di accettare degli incarichi o che li ricorpre proprio perchè nessun'altro se la sentiva di accollarsi fatiche e pesantezze, complciazioni di un contesto sportivo difficile e difficoltà nelle relazioni con le famiglie. Nonostante questo, qualcuno che alla fine si alza in piedi e a testa alta si assume responsabilità, le nostre società lo trovano sempre e grazie a queste persone la vita sportiva e comunitaria di tutti noi va avanti.
Così spiega l'Arcivesovo, come davanti alla responsabilità si pari lo spettro della paura:
«L’assunzione di responsabilità in ambito sociale, nelle amministrazioni locali, in politica, nella propria professione si può considerare come uno dei modi di vivere dell’uomo e della donna adulti che mettono le loro capacità a servizio della società. L’essere chiamati a un ruolo di responsabilità nel lavoro, l’essere indicati come responsabili di associazioni, di iniziative che rendono viva e generosa la città e il Paese, l’essere chiamati a impegnarsi nell’ambito politico, sono un riconoscimento delle doti e allettanti anche per legittime ambizioni personali. Ma molti si sottraggono alle responsabilità, specie quando si tratta di ambiti che chiedono impegno senza promettere potere o guadagni. Di fronte alle responsabilità si insinua la paura dei contrasti, della fatica delle mediazioni, dell’aggressività delle critiche. La paura consiglia di starsene cauti nel proprio privato e lasciare agli altri di curarsi del bene comune».
È un'analisi lucida e che sentiamo cucita addosso anche ai nostri contesti sportivi di oratorio. Delpini però non si ferma a questo e prosegue così:
«Guardiamo con ammirazione alla testimonianza di uomini del nostro tempo che sono parola ed esempio di fiducia e, primo fra tutti, a papa Francesco e raccogliamo le sue parole di incoraggiamento, di chiamata alla responsabilità [...] Ci saranno ancora, a Milano, uomini e donne che si fanno avanti per seminare fiducia? Ci saranno uomini e donne che aiutano la città a cambiare aria perché sono onesti, sinceri, dediti al bene comune, affidabili nelle parole che dicono, trasparenti nel loro operare, virtuosi senza esibizionismi, costanti senza testardaggine, pronti alle responsabilità senza arrivismi? Ci saranno uomini e donne pronti a contribuire al presente e al futuro della città promuovendo un umanesimo della fiducia, che non si curano per prima cosa di rendere attraente la città dando fiducia agli investitori, ma sono convinti che la città avrà un futuro se avrà abitanti, se avrà bambini, se custodirà rapporti di solidarietà, di buon vicinato, di corresponsabilità?».