Zorzi: "Affrontate le sfide a viso aperto"
Quando lo sport è una miccia che innesca relazioni
Ieri sera si è svolto, presso il Refettorio Ambrosiano, che ringraziamo per l’ospitalità, il clinic di aggiornamento per gli allenatori di pallavolo con Andrea Zorzi.
Ci aspettavamo un clinic denso di aneddoti, di racconti e ricordi di quella “generazione di fenomeni” di cui Andrea ha fatto parte e che tutti ricordano come la quadra perfetta, formata da giocatori eccezionali e condotta da un allenatore di grande competenza, quale è Julio Velasco.
Qualche aneddoto, che i presenti custodiranno gelosamente o che forse ameranno raccontare ad amici e familiari, effettivamente c’è stato ma la serata ha offerto molto di più.
I contenuti e i temi trattati sono stati di un livello talmente alto, da superare persino l’altezza considerevole di Zorro (lui ci ha svelato la sua vera altezza, ma non ve la diremo e se cercate su Google... ne troverete una finta, perché Andrea ha sempre preferito dichiarare qualche centimetro in meno...).
Andrea ha dialogato con i presenti con una tale naturalezza che ci fa comprendere bene di come la sua carriera teatrale sia una strada vincente che ha intrapreso dopo aver smesso di giocare.
“La bellezza della pallavolo” è stata declinata da Andrea in un modo intenso e allo stesso tempo semplice tanto da far riflettere tutti i presenti e accendere domande che si sono succedute in modo molto naturale, come in una chiacchierata tra amici.
L’amicizia tra compagni è un ingrediente necessario in una buona squadra?
“In una buona squadra” conta il rispetto reciproco per il compagno, l’allenatore e il ruolo di ognuno; non è necessario essere amici ma compagni rispettosi e giocatori capaci di accettare le decisioni del proprio coach. L’amicizia, a volte, è una conseguenza naturale che rafforza ancora di più il legame tra i giocatori.
L’allenatore, quanto conta?
Andrea ha paragonato l’allenatore ad un catalizzatore, grazie al quale si accendono sinergie, indispensabile per l’equilibrio e il buon andamento del gioco, pur non influendo su esso. L’allenatore non entra mai in campo, eppure la sua presenza è tangibile e necessaria.
“No alla retorica” soprattutto quando si parla di educazione attraverso lo sport, che non deve essere solo una frase di routine, un mantra vuoto ma che deve essere perseguita e a volte raggiunta per il bene dello sport stesso.
“In questo mondo virtuale lo sport rimane l’unico strumento che mantiene l’uomo collegato al proprio corpo” eh già, sembra scontato ma non lo è. Oggi tutto può essere creato e vissuto attraverso uno schermo, dal lavoro alle amicizie e perfino l’amore.. lo sport deve essere vissuto dal vivo; si suda, si corre, si fatica, da soli e con i compagni. Come ha ben detto Massimo Achini, lo sport è una miccia che innesca relazioni.
Grazie mille a Zorzi per la piacevole e formativa serata e grazie per la sua disponibilità verso tutti e la sua amicizia verso il CSI.
Daniela Roverselli