Eravamo quattro amici al campo
La bella storia dell'ASD Casarile
Immaginatevi la squadra in cui giocavate da bambini… I vostri compagni di scuola, i genitori che fanno i dirigenti, il clima quasi familiare nella gestione della società di un piccolo paese o un piccolo quartiere. Ora, immaginate che a distanza di anni e anni, quei bambini ormai cresciuti decidano di riformare una
squadra ripartendo proprio da loro, da quel nucleo, dagli amici di sempre, dai genitori a sostegno della squadra, dalla gestione quasi familiare della nuova avventura a distanza di oltre dieci anni. Ecco, ora avete davanti il percorso che ha fatto la ASD Casarile, squadra dell’omonimo comune di 4.000 anime tra Lacchiarella e Binasco.
“Siamo ragazzi cresciuti insieme all’asilo, alle scuole elementari e alle medie -ha spiegato Alessandro La Pietra, giocatore e tutto fare della società- abbiamo sempre giocato insieme fino a quando ognuno ha preso strade diverse. C’è chi ha cambiato proprio città, chi invece è salito in Prima Squadra, e così è stato per molti anni. Tre anni fa però, a tutti mancava quello spirito di squadra che ci univa un tempo, quella voglia di stare insieme, di fare gruppo, di divertirci. Così abbiamo pensato di riunire il gruppo storico di quando eravamo bambini, genitori/dirigenti compresi”. Partire da zero però non era semplice, soprattutto in epoca post Covid, e così i ragazzi hanno chiesto ospitalità sul campo della società comunale del paese, unico aiuto esterno per l’ASD Casarile, che ha deciso comunque di autofinanziarsi in toto. “I nostri giocatori coprono diverse età, dal 1996 il più vecchio, al 2006 il più giovane” ha proseguito Alessandro, che in questa avventura è sostenuto da tutto il gruppo visto che parecchi giocatori hanno doppi ruoli. “Il mister si occupa anche di aspetti che solitamente competono ad un dirigente, ci sono poi giocatori che si occupano dei tesseramenti, chi dell’abbigliamento, chi di trovare altri rinforzi per la squadra, insomma la gestione è completamente nelle nostre mani”.
Come se tutto questo non fosse già sufficiente per rendere la storia quasi una favola di paese, aggiungeteci il fatto che il secondo allenatore dei ragazzi è il Mister che li allenava da piccoli, e i dirigenti sono gli stessi che ricoprivano lo stesso ruolo a quei tempi. “Abbiamo davvero voluto ricreare sul campo la compagnia di amici che siamo sempre stati e che siamo tuttora fuori dal campo -ha concluso Alessandro- con lo spirito vero di non voler lasciare indietro nessuno perché il gruppo è centrale per noi. Va detto anche però, che non prendiamo questa avventura alla leggera, ma che ci diamo un sistema di regole che valorizza l’impegno e la serietà nell’approccio agli allenamenti e alle partite, che comunque finiscono sempre con del cibo in spogliatoio!”. In paese l’entusiasmo intorno alla squadra è dunque cresciuto, tanto che i meno avvezzi allo sport hanno però deciso di contribuire con le loro peculiarità, come il giovane ragazzo che gestisce tutta la parte grafica e di social per il gruppo.
Una bella storia, di quelle che chiudono il cerchio attorno al valore sportivo ed educativo di tante esperienze nate e cresciute nel CSI.