Storie di accoglienza al Bresso 4
All'inizio dell'autunno entra nel vivo la stagione sportiva. Abbiamo ancora tante attenzioni da osservare, a causa della pandemia, e abbiamo ancora negli occhi le immagini della tragica fuga di tanti cittadini afghani dal loro paesi dopo la salita al potere dei talebani, nell'agosto appena alle spalle.
Le serate cominciano a raffreddarsi e al campo dell'oratorio, al termine dell'allenamento della categoria Allievi 2007, vengo raggiunto da un rappresentante della Croce Rossa Italiana, con cui Bresso4 collabora da tempo riservando opportunità e attenzioni ai rifugiati ospiti nel centro di accoglienza della vicina via Clerici. Non è solo, mi presenta una famiglia straniera: papà, un adolescente e due ragazzini. Inizialmente disorientati, i loro volti si illuminano quando vedono i miei ragazzi riordinare il campo da conetti e attrezzi usati durante la seduta; si illuminano più e meglio delle luci dei riflettori che iniziano a fare luce sul campo.
Non sono servite tante parole, non ci ha spaventato l'inevitabile burocrazia: la loro fuga dall'Afghanistan - già gravata da mille ansie, paure e difficoltà, in termini di lavoro, scuola, futuro, affetti lasciati a casa - doveva essere aiutata tesserandoli e accogliendoli ufficialmente nelle nostre squadre, offrendo loro, nel nostro piccolo, ciò che ci viene meglio: il gioco e lo Sport per Tutti, senza distinzioni o discriminazioni di nessun tipo.
Così per Massì, Mattì, e Momo (i loro nomi "italianizzati"), è iniziato un percorso di integrazione. Si è aperto uno spiraglio, pur piccolo, di serenità e qualche volta anche di ilarità, complici le indicazioni tecnico-tattiche nel mio inglese improbabile, durante le partite e gli allenamenti (e anche i compagni si sforzano in tal senso, per comprendersi: splendidi!).
Ma nel mio cuore rimane la corsa dell'adolescente Massì verso la panchina, già abbracciato dai compagni, dopo il suo primo gol in campionato, così come la gioia dei suoi piccoli fratelli nell'indossare fieri la nostra casacca verdenera per la prima volta.
Uno spiraglio di normalità grazie allo Sport e al CSI, in questo mondo che, mai come oggi, ne ha davvero tanto bisogno."
di Alberto Tarini, Bresso 4