Un torneo per ricordare Sebastian
L'idea delle società di calcio integrato
Quello che accade nelle famiglie che vengono travolte da un lutto è semplice: ci si stringe ancora di più.
È quello che è successo nella famiglia del Calcio Integrato CSI Milano, dove le società iscritte al campionato hanno deciso di abbracciare sportivamente e concreatmente la società Progetto Tukiki dopo la scomparsa del giovane Sebastian Manfredi, calciatore della formazione milanese scomparso a gennaio.
Questo abbraccio sportivo si è concretizzato nell'organizzazione di un Memorial intitolato proprio a Sebastian, un torneo che si svolgerà in due turni preliminari più un concentramento finale all'insegna davvero della condivisione e dello sport. Tutte le 9 squadre di calcio integrato saranno presenti, e alla finalissima del 28 maggio sarà previsto anche un momento conviviale che da sempre valorizza le relazioni.
"Ci hai insegnato che la vita è un vortice di emozioni da vivere appieno in maniera sfrenata e per sempre con un pollice in sù! Ciao Seba".
Con queste parole la famiglia del Tukiki aveva ricordato il proprio atleta all'indomani della scomparsa, e oggi vogliamo affidare sempre alle parole della società, il ricordo di Sebastian, invitando tutti ad andare a vedere le partite, a tifare, e a riempire l'oratorio di Oreno (in via della Madonna 14) per il giorno delle finalissime.
"Sebastian ha stupito tutti, per primi mamma e papà alla nascita:
“Signora, suo figlio è down, sa cosa vuol dire?”. Ogni certezza crolla, tutto cambia e,
grazie a Sebastian, scoprono il vero valore della vita, delle piccole cose, quelle vere.
Mamma Tatiana dedica 14 anni a lui e lui continua a stupirla, fino al post-Covid.
Finalmente Sebastian trova il suo equilibrio, finalmente comincia a godersi la vita
e a tutti chiede se è bravo: "pollice in su?"
Nazionali a Torino, barca a vela coi compagni, bomber a calcio, tennis con il nuovo Team Bicocca.
Sebastian però stupisce ancora una volta:
se ne va così, da un momento all’altro, senza preavviso, senza salutare,
con un aneurisma cerebrale rarissimo, insegnando a mamma, papà e suo fratello Ludovico,
anche la parte tragica della vita, quella a cui non ci sono risposte, quella che non si può spiegare.
Però a tutti noi ha insegnato qualcosa che non si cancellerà mai: vivere sempre e per sempre con il pollice in su".
La famiglia del Progetto Tukiki