Ciao Daniele...
Non solo un giornalista, ma un carissimo amico del CSI
Caro Daniele,
Te ne sei andato con il tuo solito stile, discreto e di basso profilo. Non ci hai dato nemmeno la possibilità di salutarti. Il pomeriggio del 31 dicembre sei stato convocato in cielo quasi improvvisamente.
Sapevamo che eri malato. L'ultima volta che ci siamo visti era per una iniziativa del CSI. La terribile malattia che ti aveva aggredito non ti dava tregua, ma tu te ne infischiavi... quando ti ho chiesto di coordinare il dibattito sul tema sport e integrazione, mi hai risposto: "Certo che si, l'unica cosa che ti chiedo e di farlo durare solo due orette perché di più non reggo e devo correre a sdraiarmi". Ci eravamo illusi di avere più tempo per preparaci alla tua assenza.
Eri uno dei più significativi giornalisti del nostro paese. Dal 1971 sempre in prima linea nella Gazzetta dello sport.
Sai Daniele, adesso posso confessartelo. Noi ci siamo sempre dimenticati della tua brillante carriera. Per noi non sei mai stato Redaelli, una delle firme di peso della gazzetta. Per noi sei sempre stato Daniele: un maestro di vita vero, un uomo incredibile che ha fatto dello stare dalla parte dei deboli e degli ultimi un modo di vivere la vita. Quante cose ci hai insegnato, quanta amicizia ci hai regalato, quanto ci mancherai carissimo Daniele.
Ti abbiamo conosciuto con le iniziative di CSI per il mondo e da quel momento di strada insieme ne abbiamo fatta tanta. Carcere, profughi, giovani, periferie, volontariato internazionale... ogni volta che mettevamo in campo qualche sfida impossibile tu eri sempre pronto a dire "Io ci sono".
Ora lassù continuerà a fare quello che hai sempre fatto. Il paradiso ha un angelo in più che corre di qui e di la dalla parte dei deboli.
Un abbraccio Daniele, da tutto il CSI.
Resterai per sempre nel cuore di ogni persona che ti ha conosciuto. Questo é sicuro.
Massimo Achini