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20 SETTEMBRE 2023: LO SPORT DIVENTA UN DIRITTO COSTITUZIONALE

22 settembre 2023

 

Con la seconda e ultima delibera da parte della Camera dei deputati, è terminato l'iter legislativo per l'approvazione del disegno di legge Costituzionale n. 715-B che inserisce lo sport in Costituzione. È una grande vittoria, una data storica. Nel testo originale del 1948 non c’era traccia dello sport, ci sono voluti ben 75 anni per convincersi a far entrare lo sport nella Costituzione.

C’è dunque da festeggiare, e da festeggiare davvero. Non si tratta di qualcosa di semplicemente formale, ma di un passaggio che deve regalare orgoglio ed entusiasmo a tutto il popolo dello sport di base. Lo abbiamo sempre saputo, ma oggi è scritto nero su bianco nella carta più importante del nostro paese: nelle piccole società sportive di base non si fanno solamente o semplicemente giocare e divertire i ragazzi, ma si educano generazioni di giovani e si costruisce, su valori veri, il presente e il futuro del paese.

Dire che «la Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme». vuol dire sancire definitivamente, senza se e senza ma, il ruolo dello sport nella società italiana.

Il fatto che questa svolta storica abbia trovato unanimità di consensi in parlamento, è un altro aspetto che fa piacere sinceramente, ma la vera sfida arriva adesso e ha a che fare con le casse dello stato. Sarà necessario ora, inserire l’attività sportiva nei progetti finanziari del paese, affinché questo passaggio storico non sia un passaggio sprecato. Lo sport ha bisogno di risorse economiche serie e vere per sistemare le palestre scolastiche, per realizzare e ammodernare i piccoli impianti di quartiere e di periferia, per sostenere la vita quotidiana delle piccole società sportive. In questa finanziaria sappiamo tutti che non ci sono risorse sufficienti per fare le cose già promesse; quindi, inutile illudersi che ne vengano aggiunte di nuove, ma contiamo che dai prossimi progetti finanziari le cose cambino.

All’inserimento nella Carta costituzionale si è arrivati anche grazie ad un movimento di opinione che ha spinto in quella direzione. Una volta tanto lo sport ha saputo fare sistema, far sentire la sua voce e portare a casa il risultato. Se diamo un’occhiata alle Costituzioni dei 27 paesi membri dell’Unione Europea ci accorgiamo che solo in 9 lo sport è citato: Bulgaria, Croazia, Grecia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Ungheria. Si tratta di stati relativamente giovani, che risentono quindi delle sensibilità dei contesti storici e culturali nei quali sono state adottate. A volte si tratta di un vero e proprio diritto allo sport (in Portogallo), spesso di un’attività di promozione da parte dei pubblici poteri (Bulgaria, Croazia, Lituania, Polonia, Romania, Spagna, Ungheria), o considerata, come nel caso della Grecia, una missione fondamentale dello Stato. A volte si salda alla tutela della salute (Bulgaria, Polonia, Spagna), in altre si riconnette a una tutela dei giovani (Romania, in parte la Polonia).

C’è dunque da essere orgogliosi del traguardo raggiunto dall’Italia. Il tempo è un tempo buono. Continuiamo su questa strada sognando che, a breve, lo sport entri anche nelle finanziarie del nostro paese. Allora sì che, sostenuto con risorse adeguate, lo sport di base potrebbe sprigionare potenzialità incredibili nel generare bene per l’Italia di oggi e di domani. 

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