I campioni di domani a servire al refettorio ambrosiano
12 novembre 2021
Giochi nelle giovanili dell'Inter? Del Milan? Del Monza? Dell'Olimpia Milano? Di PowerVolley? Del Rugby Parabiago?
Bene, lunedì sera vieni con noi a servire alla mensa del refettorio ambrosiano della Caritas.
In altre parole, alleniamo oggi i campioni di domani ad essere prima di tutto uomini e donne vere.
Una cosa come quella di lunedì non si era mai vista prima. Solo “mettere insieme“ una rappresentanza dei settori giovanili dello sport di vertice della città, é qualcosa di assolutamente innovativo. Pensate poi riuscire a portarli “insieme“ a servire al refettorio della Caritas. Chi ha avuto un'idea così “matta“ e apparentemente irrealizzabile? Noi del Csi, ovviamente. Abbiamo riunito tutti i responsabili dei settori giovanili e abbiamo lanciato la proposta. Con un po’ di sorpresa, tutti hanno detto: ”ci stiamo“ con entusiasmo e con convinzione.
Così lunedì anche alcuni ragazzi di questi club blasonati vivranno un loro terzo allenamento proprio come lo vivono le squadre delle nostre società sportive. Settimana scorsa il Lecco Calcio é venuto a giocare al Beccaria e il 22 i ragazzi del Beccaria andranno a giocare con il settore giovanile dell'Inter per la prima edizione della “Beccaria Cup“.
Il ragionamento è semplice. Abbiamo bisogno come il pane di campioni che sappiamo crescere con i valori giusti. Di giocatori professionisti che sappiano essere "buoni maestri“ per i nostri ragazzi. Prima generazioni e generazioni di campioni crescevano naturalmente in Oratorio e si portavano dietro i valori vissuti all'ombra del campanile per tutta la vita. La generazione dei Facchetti di turno per capirci. Oggi non è più così. Ecco allora che potevano scegliere.
O lasciare andare le cose come vanno e sperare che qualche campione di domani cresca con i valori giusti... Oppure prenderci cura di questo aspetto. In concreto vuol dire interagire con i settori giovanili professionistici, seminare educazione con esperienze concrete anche “lì dentro“ contribuendo ad offrire ai ragazzi la possibilità di crescere nella vita.
Ovviamente non tutti i ragazzi che giocano nelle giovanili di questi club diventeranno campioni. Le statistiche dicono al massimo il 20% quelli che arriveranno a sottoscrivere un contratto da professionisti. Ma il restante 80% avrà comunque speso una parte importante della propria infanzia e gioventù in un settore giovanile “stressante e molto impegnativo“. I settori giovanili professionistici oggi sono molto, ma molto più attenti e più avanti in termini educativi di quello che si possa pensare. Hanno tutti un'alta attenzione e anche vere progettualitá educative (spesso molto belle). Ecco perché ci siamo capiti al volo. Ed ecco perché per il CSi è bello e importante dare un contributo portando le nostre idee ed esperienze al servizio anche dei ragazzi che giocano in club di alto livello.
Per noi é anche un modo per essere noi stessi. Luigi Gedda, fondatore del Csi nel 1944, aveva - su questo - le idee chiare. Non ha mai pensato ad uno sport “cattolico“ in contrapposizione allo sport tradizionale. Ha sempre pensato che il ruolo del Csi fosse quello di diffondere lo sport in Oratorio e, contemporaneamente, di contaminare tutto il mondo dello sport (ad ogni livello) con i valori umani e cristiani che sentiamo nostri.
Bene, allora lunedì appuntamento al Refettorio ambrosiano della Caritas. Tra i volontari, a servire ai tavoli, ci saranno le giovani promesse di tutti questi club.
Massimo Achini