Il coraggio e la sfida di chi prova a ripartire
Le date storiche sarebbero due.
La prima è lunedì 15 marzo. Da quel giorno, se tutto andrà come ci auguriamo, ripartiranno i campionati Csi Milano dopo più di un anno di lockdown sportivo.
Chi giocherà in settimana scenderà in campo a partire da quel giorno.
La seconda data è il weekend del 20 e 21 marzo.
Come sempre, la maggior parte delle partite si disputerà il sabato e la domenica.
A provare a ripartire sono in tanti.
Lunedì scorso più di 900 persone erano collegate al webinar nel quale abbiamo spiegato “perché e come” proviamo a ripartire.
La vera motivazione è educativa. Profondamente educativa.
La pandemia ci ha obbligato a lasciare i ragazzi da soli, privandoli di ogni momento di socialità, di gioco, di relazione autentica e sistematica con gli altri.
Questo vuoto dura da troppo tempo.
Ripartire adesso non è semplice. Si tratta di imboccare una strada in salita. Esiste una strada più semplice, in discesa, che è quella di dire: “Ci rivediamo a settembre”. Ma quel continuare a lasciare i ragazzi da soli non ci fa stare tranquilli. Ecco perché in tanti stanno scegliendo di ripartire.
Abbiamo detto chiaramente che è una ripartenza a metà.
Dall’under 14 in su nel calcio e dall’under 12 in su nella pallavolo e nel basket tutti potranno tornare a giocare.
Purtroppo non potranno, per ora, tornare a giocare i più piccoli.
Una scelta assurda, sbagliata, che non dipende da noi.
Questo è un caso nel quale la burocrazia vince sul buon senso. I DPCM e le disposizioni in vigore parlano di possibilità di giocare solo per gli atleti “agonisti” e i piccolini, come previsto da normativa Coni, non possono fare la visita medica agonistica. Ecco perché non possono tornare a giocare, purtroppo.
Ci auguriamo di cuore che qualcuno, nelle istituzioni, raccolga i nostri appelli di rivedere questa decisione. Ad oggi più di 600 squadre di piccoli saranno costrette a rimanere ferme ai box.
Abbiamo detto chiaro che è una ripartenza dove chi gioca ha già vinto.
Questo concetto va spiegato e metabolizzato bene.
Quelli che inizieranno a marzo saranno campionati più che dignitosi ma deve essere chiaro che vanno guardati con occhi nuovi e diversi dal solito.
Le fatiche organizzative ci saranno. Gli imprevisti anche. Le situazioni non preventivabili da affrontare e gestire insieme capiteranno.
Pur puntando alla miglior qualità organizzativa possibile, diventa fondamentale che tutti “indossino” gli occhi giusti. Massima collaborazione tra società sportive per gestire ogni situazione; risultato agonistico sempre un passo indietro rispetto alla bellezza di esser tornati a giocare; sguardo educativo che vince su ogni cosa.
Faccio qualche esempio.
Bisognerà abituarsi a partite quasi sempre senza docce. Spostamenti gara per la gestione di eventuali, speriamo di no, prescrizioni di isolamento. Ci si cambierà oltre che negli spogliatoi in locali improvvisati per garantire il distanziamento. La presenza dell’arbitro sarà una gioia per tutti, non tutti torneranno immediatamente ad arbitrare, e dovremo abituarci ad apprezzare la loro presenza.
Tutto questo è nulla rispetto all’emozione immensa, incredibile, pazzesca di vedere tornare i ragazzi a giocare partite vere.
Abbiamo ricevuto questa settimana centinaia e centinaia di mail con richieste di chiarimenti ed abbiamo risposto subito una per una. Un lavoro pazzesco del quale andiamo davvero molto orgogliosi. Se avete dubbi e perplessità contattateci e proveremo insieme a chiarirci le idee.
Abbiamo detto che sarà una ripartenza non forzata.
Chi non desidera ripartire si può ritirare dal campionato, se era già iscritto, entro il 25 febbraio e si vedrà restituita tutta la quota di iscrizione. Non vogliamo forzare nessuno. Vogliamo semplicemente dare la possibilità a ciascuno di fare la scelta che ritiene più opportuna. Chi vuole restare fermo può farlo, ma anche chi vuole tornare a giocare in sicurezza deve avere la possibilità di farlo.
Abbiamo detto che sarà una ripartenza con qualche rischio.
Incrociamo tutte le dita possibili ma il rischio di un aumento dei contagi e quindi di un possibile “stop alla ripartenza” esiste. Lo sappiamo bene.
Ovviamente salute e sicurezza vengono prima di ogni cosa. Se non ci saranno le condizioni rinunceremo al sogno di ripartire come è capitato ad ottobre. Ma non vogliamo certo rinunciare a lottare per i nostri sogni e a fare tutto quello che è possibile per provare a ripartire.
E, credeteci, se ci riusciremo saranno emozioni che non dimenticheremo mai.
Abbiamo detto che sarà una ripartenza “agevolata”.
Il campionato costerà solo il 60% della quota che avevamo ipotizzato a ottobre. E poi, dal 1 luglio affiliazione gratuita e sconto sulla tessera per contributo COVID di 2 ,40 euro per tutte le tessere under 16 e di 2,80 euro per tutte le tessere over 16.
Aiuti concreti alle società sportive che non hanno bisogno di ulteriori commenti. Come dire: fatti e non parole.
Abbiamo detto che sarà una ripartenza con il sapore della festa.
I calendari saranno distribuiti dall’8 marzo. Ma voi portatevi avanti. Invitate sin da ora il Sindaco, il Parroco, qualche autorità o persona significativa del vostro territorio a venire a dare il calcio d’inizio della prima partita di ogni vostra squadra dopo più di un anno di stop sportivo. Contattate adesso queste persone. Ditegli di tenersi liberi per “data e orario” nella quale la vostra squadra gioca in casa. Se poi il calendario vi assegnerà la prima partita in trasferta li avviserete. Vogliamo infatti che la “ripartenza” dei campionati sia una festa per tutta la comunità nella quale vivete.
Ogni giorno che passa capiamo che la strada del dirci: “arrivederci a settembre” sarebbe stata molto più comoda e tranquilla. Ma camminare in salita su strade scomode e complicate è normale per chi davvero vuole offrire ai ragazzi esperienze educative. Ogni giorno sentiamo anche crescere dentro l’attesa per quella “prima giornata” e la bellezza di essere qui, tutti insieme, a provarci.
Massimo Achini