Generare passato o generare futuro
3 agosto 2021
Cosa accadrà a settembre?
Tutti ci auguriamo con tutto il cuore che sarà “ripartenza vera” e che torneremo a vivere un’autentica stagione sportiva.
Certezze non possiamo averle. Speranze si... e tante.
Poco importa se ci vorrà il green pass per giocare o se dovremo rispettare ancora l’attuazione di protocolli. Salute e sicurezza, prima di tutto, ci mancherebbe. Ma la fortissima speranza è che si torni a giocare per davvero.
Se sarà così bisognerà scegliere. Punteremo a generare passato o a generare futuro?
La scelta riguarda tutti. Riguarda l’intera società del nostro tempo, riguarda ogni nostra comunità, riguarda ogni ambito (e quindi anche lo sport), riguarda ogni vostra società sportiva.
Generare passato vorrà dire “riattaccare la spina” e far tornare tutto come prima.
Genare futuro è un’altra storia. Vorrà dire attraversare la pandemia facendo tesoro dell’esperienza drammatica che abbiamo vissuto e provando seriamente a cambiare cose che mai avremmo pensato di cambiare.
La lezione della pandemia dovrebbe essere semplice e chiara. Al mondo di oggi questo maledetto virus ha detto con chiarezza: “fermati, smettila di dare importanza alle cose che non contano. Smettila di rincorrere successo, arrivismo e di costruire un mondo povero di umanità”.
Rimetti l’uomo al centro di ogni cosa e di ogni ragionamento. Riparti dai veri valori e dalla semplicità della vita. Se torniamo a quel febbraio 2020, dalla sera alla mattina ci siamo sentiti tutti fragili, piccoli, vulnerabili… E abbiamo toccato con mano quali siano le cose che contano davvero nella vita.
Ora la vera sfida è quella di costruire un mondo ed una società diversa dal pre-pandemia. Un mondo ed una società migliori. Nello sport l’unico modo che hai per allenarti a vincere è quello di imparare a perdere. È dentro la sconfitta che trovi quello che ti serve per crescere. Il mondo di oggi saprà ragionare così? Saprà fare tesoro della lezione che la pandemia ci ha sbattuto e sta sbattendo in faccia? Oppure sarà tutto un riattaccare la spina e far tornare le cose come prima? Il sistema sportivo italiano cercherà di ripensare a sé stesso e ad essere migliore o si accontenterà ancora di ragionare solo per successi e medaglie?
E ogni nostra comunità e società sportiva saprà raccoglie questa sfida?
Tanti si accontenteranno di generare passato. Potete scommetterci. Per provare a generare futuro ci vuole gente tosta. Esattamente come quella che abita la vita quotidiana delle società sportive. Generare futuro è possibile. In concreto vuol dire provare a alzare il livello di “umanità e centralità della persona”.
Significa provare a non arrendersi all’idea che quando le “ondate” saranno finalmente finite (prima o poi accadrà) tutto tornerà semplicemente come prima. Significa riprendere in mano i sogni prendendoli sul serio.
Nel nostro piccolo, come comitato, stiamo ragionando così. Non vi sarà sfuggito che la prossima stagione non sarà come tutte le altre. Abbiamo inventato e messo in campo tantissime novità che hanno tra loro un filo “rosso” che le lega tutte insieme: quello di dare forza alla dimensione dello sport come occasione di incontro tra le persone e come generatore di relazioni umane. Abbiamo tutti bisogno di un’umanità più semplice, vera, diretta, immediata. Un’umanità che sia centro della nostra vita quotidiana. Per questo abbiamo inventato un po’ di cose (mai fatte prima) che dovrebbero potenziare questa dimensione nella squadra, nella società sportiva, nell’oratorio, nella comunità, tra realtà sportive diverse, sul territorio… Uno sport che genera vittorie e sconfitte ma che ti fa incontrare persone e che fa di quell’incontro la cosa più bella che ti possa capitare.
A noi piace pensare così. Ci piace pensare che ogni società sportiva non si accontenterà di ripartire ma si metterà in testa di generare futuro. In fondo quelle del Csi non sono società sportive come le altre. Sono e sono sempre state comunità di persone che fanno sport in modo bello, serio, appassionato… Ed in quella dimensione del saper essere comunità si gioca, a nostro avviso, il futuro dell’umanità del nostro tempo.
Massimo Achini