Emergenza palestre: non si può, nè si deve, mettere in competizione la scuola e lo sport
Per rispondere all’emergenza Covid e all’attuazione dei protocolli, in molti casi mancano gli spazi. Risolvere il problema non è semplice.
Ma c’è un modo di ragionare che è sicuramente sbagliato e che invece si sta diffondendo nel mondo scolastico di tutto il Paese.
Non si può mettere in competizione l’istruzione con lo sport.
Non si può dire la palestra serve (forse) per attività didattiche e quindi care società sportive arrangiatevi.
I ragazzi ed i giovani per crescere nella vita hanno bisogno di tutte e due! Hanno bisogno di una scuola che funziona e di uno sport vero.
Tutte e due, scuola e sport, hanno il compito di insegnare la vita! E hanno bisogno l’uno dell’altro come elementi decisivi nella crescita di un giovane.
Ecco perché é sbagliato dire: “la palestra serve alla scuola e la società sportiva che l’utilizzava si arrangi”. La soluzione del problema degli spazi non é semplice. Serve sedersi a tavolino, usare fantasia e creatività, ragionare sino a notte fonda... ma trovare “modi e soluzioni nuove” (di orari, di coinvolgimento di altre realtà del territorio per reperire spazi fuori dalla scuola...) per garantire il regolare svolgimento di una scuola fatta bene e di uno sport fatto bene nel tempo del Covid.
Laddove davvero non c’è proprio nessuna soluzione ci si può rassegnare (con amarezza) al fatto che la società sportiva resti a piedi (cioè senza palestra). Ma si tratta di casi non così diffusi. La sensazione è che ci sia, spesso, un atteggiamento differente: “Forse la palestra potrebbe servire per le attività didattiche... Cara società sportiva arrangiati e non rompere troppo le scatole. Ti faremo sapere...”. É questo il modo di ragionare che é davvero sbagliato!
Quel “ti faremo sapere” impedisce alle società sportive di iniziare la stagione e rischia di creare una “povertà sportiva” che istituirebbe un danno grande per tutto il Paese.
Tanti comuni hanno fatto scelte lungimiranti e hanno già confermato l’utilizzo delle palestre alle Asd. La grande criticità si rileva per lo più nelle scuole che non dipendono dalla dimensione comunale (come ad esempio i Licei).
Vogliamo lanciare un appello ai Presidi, ai dirigenti scolastici, a chi ha la responsabilità di decidere. In un tempo delicato come quello del Covid non lasciamo i ragazzi orfani di esperienze educative fondamentali per la loro crescita. Servono adulti lungimiranti capaci oggi più che mai di costruire alleanze educative, di usare la creatività per risolvere i problemi mettendo al centro il bene dei ragazzi.
Un anno intero facendo una scuola “fatta bene” per distanziamento e didattica... ma lasciando i ragazzi e le ragazze che fanno pallavolo e basket (ed altre discipline indoor) senza sport, proprio non ci convince.
Non si tratta di difendere lo sport. Si tratta di difendere il bene e l’educazione dei ragazzi.
Non sarà facile, ma si può e si deve trovare il modo per garantire su ogni territorio una scuola fatta bene ed uno sport fatto bene.
In questo tempo così particolare servono uomini e donne lungimiranti capaci di inventare soluzioni anche laddove queste sembrano difficili.
Lo sport non ha nulla da “pretendere” ma ha tanto da offrire. E sul tavolo mette la sua capacità di prendersi cura della vita e della crescita dei ragazzi.
Un qualcosa di indispensabile, di “non negoziabile” esattamente come una scuola fatta bene e sicura. Per questo scuola e sport non possono essere avversari. Sono destinati ad essere oggi più di ieri una coppia vincente.
Sentiamo di poter contare sulla sensibilità di tanti. Sentiamo che le soluzioni si troveranno e siamo ottimisti.
Massimo Achini