Ridateci gli allenamenti!
Avevamo visto giusto.
Quando venerdì scorso abbiamo deciso di sospendere la prima giornata di campionato, era perché avevamo fiutato che lo sport di base sarebbe stato costretto a fermarsi.
Ora nei fatti si parla di riprendere “campionati e dintorni” dopo il 13 novembre.
Con tanta fatica accettiamo questa decisione.
Quello che però, sinceramente, diventa inaccettabile é il fermare gli allenamenti.
In tutta Italia si potranno svolgere in modo “individuale” (meglio di nulla...) mentre in Lombardia sino al 6 novembre le società sportive dovranno restare chiuse in tutto e per tutto.
In queste ore abbiamo spiegato in tutte le salse perchè troviamo questa decisione inopportuna.
Non sarà lasciare i ragazzi “abbandonati a se stessi” durante tutti i pomeriggi il modo migliore per preservarli da contagi e dintorni.
Durante gli allenamenti avrebbero frequentato sempre e solo lo stesso gruppo con Protocolli rigidi di riferimento, con tracciabilità garantita e con adulti che si sarebbero presi a cuore i ragazzi anche nel sensibilizzarli verso le attenzioni da avere nella vita in questa fase di pandemia.
A tutto questo, si preferisce vedere i ragazzi giocare da soli nei parchi, nei giardini... oppure vederli bighellonare per strada in “branco” o a chiacchierare sui muretti... Perché, perdonateci, ma ad adolescenti e preadolescenti che finita la scuola si chiudono in casa sino alla sera ci crediamo proprio poco.
Se possiamo osare avremmo fatto la scelta contraria: avremmo chiesto alle società sportive di fare più allenamenti per tenere i ragazzi più sotto controllo possibile durante i pomeriggi. Magari stringendo ancora un filino i protocolli (questo ci poteva stare).
Non solo. Difficile accettare l’equazione scuola aperta, mezzi di trasporto stracolmi, cinema aperti, palestre aperte, bar aperti, ristoranti aperti... e sport di base chiuso. Certo qualcuno dirà: “sì ma le cose che hai detto prima sono aperte con limitazioni e protocolli”. Esatto. E anche lo sport di base ha protocolli rigorosi ed era disponibile a limitazioni come quella di fermare i campionati e lasciare solo gli allenamenti. E allora perché? A questa domanda dare una risposta precisa e convincente diventa davvero difficile.
Alle polemiche preferiamo le azioni costruttive, soprattutto in una fase delicata come questa per tutto il Paese.
Ecco perché abbiamo scritto al Presidente Fontana una “lettera aperta” pacata e costruttiva nella quale chiediamo di tornare a darci la possibilità di fare gli allenamenti (se possibile da subito, altrimenti almeno dopo il 6 novembre).
Tornare a fare gli allenamenti non è una richiesta per soddisfare un bisogno del mondo dello sport. É vero che vanno in fumo mille fatiche vissute dalle società sportive per farsi trovare pronte a adottare tutti i protocolli con serietà e responsabilità. Ma nonostante questo non siamo qui a difendere lo sport. Siamo qui a difendere i ragazzi. É questo che va chiarito bene. Tenere gli allenamenti aperti è una richiesta per il bene dei ragazzi. Saperli in “luoghi educativi” con protocolli sicuri, affidati ad adulti responsabili, tracciabili in quelle ore, significa fare un’azione educativa e preventiva seria.
Non possiamo poi non citare un’ultima questione. Il Presidente del consiglio Conte ieri sera ha detto con chiarezza che la scuola resta aperta in presenza perché è troppo importante per il bene educativo dei ragazzi e che realizzare solo lezioni online avrebbe un danno educativo incalcolabile. Con molta umiltà ci permettiamo di dire che lo stesso ragionamento vale anche per l’azione educativa delle società sportive di base, che sono e restano i luoghi educativi più frequentati dai ragazzi dopo la scuola. A farci soffrire é la sensazione che lo sport di base continui ad essere considerato “cenerentola” e si continui a non comprendere che può giocare un ruolo fondamentale per il bene del Paese, soprattutto in momenti delicati e difficili come questi. Sicuramente ci sbagliamo... ma quella sensazione rimane.
Massimo Achini