ANCELOTTI ELETTO ALLENATORE DELL ANNO DAL CSI
11 novembre 2024
Se potessimo votare per l’allenatore dell’anno sceglieremmo Ancelotti. Il motivo è semplice. Basta rileggere una delle sue ultime dichiarazioni: “Io non sono un sergente di ferro. Con i giocatori parlo anche di musica, di cibo, di religione, di politica… l’uomo conta sempre di più dell’atleta”.
Di questo tipo di perle “Carletto” Ancelotti ne ha collezionate a decine. Come quella volta che, giusto per citare un altro tra i tanti episodi noti, si è presentato a casa di un grande nuovo acquisto del Real Madrid e ha deciso di cenare con lui e la sua famiglia, solo per sapere come si stavano trovando a Madrid. Ancelotti non fa l’educatore, è un allenatore ai massimi livelli e per lui quello che conta è vincere. Ma stiamo parlando di un uomo che ha nella testa e nel cuore i veri valori della vita, si tratta di un Mister che ha capito al volo una cosa semplice che fa la differenza.
Se si vuole che un giocatore dia tutto bisogna essere capaci di costruire fiducia ed empatia, farlo sentire importante come persona e non solo come atleta, solo così si avrà in cambio il 100% delle sue capacità di prestazione. Ecco il segreto. Questo dovrebbe essere il nostro pane quotidiano ma non sempre è così: qualche volta, sui nostri campi, si vedono mister che provano e riprovano schemi, che danno attenzione solo ai bravi, che hanno in testa il vincere la partita e pensano di portare a casa il risultato facendo affidamento solo a delle strategie di tattica.
Sia chiaro in campo bisogna lavorare sodo. Parte tecnica, tattica e atletica vanno seguite bene, anzi molto bene. Da ogni allenamento, ogni volta, i ragazzi dovrebbero uscire con la maglietta grondante sudore, ma non è questo che poi fa vincere le partite. Soprattutto non è questo che rende un mister in grado di fare la differenza.
Questo serve per permettere a ogni ragazzo di migliorare sé stesso, che è sempre un obiettivo che vale oro e che non si misura in punti campionato. Può capitare di essere penultimi in classifica, ma aver migliorato ogni ragazzo o ragazza che avevi: ecco, se capita una cosa del genere, allora ci si può ritenere un allenatore straordinario, anche se la classifica dice altro. La vera differenza si può fare fuori dal campo, dando attenzione ad ogni ragazzo/a (bravi, normali e scarsi) e facendoli sentire importanti, appassionandosi alla loro vita, facendo sentire anche solo con un sorriso il vostro sostegno e la vostra presenza se hanno bisogno di parlare con qualcuno. Bisogna cercare di fare il possibile per valorizzare qualsiasi talento, anche extra sportivo. Sa cantare bene? Allora è l’occasione per coinvolgerlo in un’attività diversa, come una serata karaoke.
L’esempio di Ancelotti deve farci riflettere. E non è il solo allenatore “famoso” che pensa che a fare la differenza sia occuparsi delle persone, degli uomini al di là dei giocatori. Fare l’elenco di tutti coloro che seguono questo ragionamento sarebbe lungo, ma lo diciamo perché in quest’ottica quelli migliori dovrebbero essere sempre quelli di ogni squadra CSI. Allenatori bravi, competenti e preparati ma sempre pronti ad andare oltre il campo, oltre l’esercizio, oltre la partita per prendere per mano ogni ragazzo o ragazza che allenano.
E non è un fattore così scontato e ovvio, perché il rischio di perdersi e di pensare che conta solo la vittoria, la partita, il successo è un rischio che è sempre dietro l’angolo. Se ci si lascia abbracciare da questa logica si diventa dei perdenti anche se magari si esce dal campo per qualche partita con i 3 punti. Il vero successo è costruire uomini e donne di domani con i ragazzi e ragazze o bambini e bambine che alleniamo oggi. Questo fa di un mister un allenatore da panchina d’oro.