Dirigenti del CSI riuniti a Roma
Giovani, politiche future e tanto cuore
"Abbiamo fortemente voluto in questo meeting i giovani, perché siamo convinti che siano loro il futuro dell'associazione. Stiamo dalla parte dello sport, del CSI, dei valori che ci portiamo dietro da quasi 80 anni". Il Presidente Nazionale Vittorio Bosio ha evidenziato a chiare lettere le fondamenta solide da cui il CSI deve ripartire in questo momento di mutamenti nel mondo del sistema sportivo italiano: i giovani, i valori dell'associazione, due elementi su cui non si può scendere a compromessi per mantenere la propria identità.
L'intervento del Presidente si inserisce in una due giorni di meeting nazionale dirigenti CSI, che ha visto la relazione delle massime realtà connesse allo sport in Italia, dal Governo al CONI a Sport e Salute, e dalla quale è uscito un panorama apparso non del tutto chiaro per quanto riguarda il futuro pensato dalle istituzioni per gli enti di promozione sportiva. Il Ministro per lo Sport e per i Giovani, Andrea Abodi, si è soffermato sul limite dei mandati, sull'entrata in vigore della riforma dello sport e sull’ importanza dell’impegno sui giovani, auspicando chiarezza nella suddivisione dei ruoli tra le istituzioni.
Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha invece inquadrato le future possibilità, con vantaggi e svantaggi per le Asd, rispetto alla scelta se stare all’interno del mondo sportivo o del terzo settore. Damiano Lembo, coordinatore nazionale degli Enti di Promozione Sportiva del CONI, esprimendo preoccupazione per l’uscita degli Enti dal CONI, ha invece sottolineato le difficolta di avere un doppio interlocutore con la costituzione di Sport e Salute. Vito Cozzoli, presidente e Ad di Sport e Salute ha spiegato come la società, braccio operativo del governo, pensi allo sport come valore aggiunto, sottolineando che il lavoro di squadra e gli investimenti del Governo, hanno consentito di conseguire importanti risultati
In questo panorama, Bosio ha tenuto a ribadire la forte volontà del Comitato di conservare la propria identità all'interno di una posizione centrale e non marginale nel contesto sportivo: "Personalmente ritengo che dobbiamo essere protagonisti del sistema sportivo nazionale, seppur magari con altre formule. È importante inoltre che si trovino i confini sui temi delle attività e delle competenze invocate ieri e che portino rapporti sereni ma chiari e trasparenti con le Federazioni Sportive Nazionali".
E parlando di identità, del riconoscersi in una missione e in valori precisi, Vittorio Bosio è andato al centro dell'anima CSI: "Lo sport sociale non funziona perché lo si chiama così; funziona solo se lo si pratica con il cuore, così come abbiamo fatto da sempre, con progetti e attività di vera azione sociale. Abbiamo incluso nello sport le persone con disabilità - per fare un esempio, ma ne potrei fare altri - ben prima che si costituisse un movimento paralimpico così strutturato".
Per il CSI Milano erano presenti Giorgio Bolco membro della Presidenza del comitato di Milano, Gianluca Meneghini della Presidenza Regionale Lombardia e Giuseppe Valori della Presidenza Nazionale. I nostri consiglieri hanno così potuto riconoscere nei propositi per il 2023 elencati dal Presidente, qualcosa che a Milano suona molto familiare per l'impegno intrapreso in comune con la FOM da un paio di mandati, ovvero il cammino con la Chiesa con passo più vicino per rinsaldare e tenere unito il progetto CSI: "Tra gli auspici di questo 2023 proveremo poi a ricostruire un rapporto fecondo con la Chiesa e sul piano delle attività sportive continueremo a valorizzare il territorio, al quale per alcune discipline abbiamo affidato l’organizzazione di alcuni Campionati nazionali -ha concluso Bosio- La nostra Associazione va tenuta unita: sono convinto che il Centro Sportivo Italiano tornerà ad essere grande come lo era prima della pandemia, grazie alle tante persone generose che la abitano".
Giovani, futuro e cuore... I dirigenti ripartono da qui.