Sampietrina - Osab: sorrisi, canestri e integrazione
A Seveso i piccoli atleti Under 12 mostrano il lato migliore dello sport
Questa settimana siamo stati a seguire la sfida del campionato di Pallacanestro Under 12 Girone A tra Sampietrina e Osab 1990 B.
In un freddo ed uggioso sabato pomeriggio, il calore della palestra riscalda corpo e mente degli atleti e dei genitori presenti.
Fin dalle penetrazioni e dai tiri a canestro del prepartita si nota la differenza tecnica tra le due squadre e quando arriva il momento della palla a due queste sensazioni sono confermate. Il Sampietrina gioca di squadra, forte di un gruppo omogeneo ed un livello medio abbastanza alto. L’Osab si affida alle qualità del suo capitano, che è in grado di dominare sia da un punto di vista tecnico che fisico. Negli Under 12 vige la regola sul minutaggio minimo di ogni singolo giocatore, che da un lato permette a tutti di scendere sul parquet, ma dall’altro allarga ancor di più la forbice tra le due compagini. La partita è senza storia, ma i piccoli atleti non si danno mai per vinti e continuano a giocare col sorriso senza guardare troppo il tabellone. Nell’ultimo quarto accade così che la squadra ospite, nonostante l’ampio divario nel risultato, si lasci trasportare dall’entusiasmo e giochi alla pari con gli avversari, strappando gli applausi del pubblico.
Ovviamente gli obbiettivi delle due formazioni erano diversi e andavano oltre il punteggio. Non a caso, entrambi i coach si sono ritenuti soddisfatti della gara. Questo aspetto lo abbiamo approfondito durante le interviste di fine gara. Da una parte, l’allenatore del Sampietrina Alessio Pellegatta è soddisfatto del gioco mostrato dai propri ragazzi. “Il nostro intento- spiega - è quello di cercare di insegnare ai bambini sia le basi tecniche della pallacanestro sia la collaborazione tra compagni necessaria per affrontare una partita, perché a questa età tendono ancora a fare un po’ di confusione in campo”. Dall’altra, il coach ospite Silvia Scardamaglia sottolinea l’importanza di temi e problematiche che quotidianamente l’Osab si trova ad affrontare. Primo fra tutti: un gruppo molto eterogeneo, che si rinnova costantemente e che, parallelamente alla perdita di ragazzi che purtroppo lasciano l’oratorio, accoglie di continuo nuovi ragazzi alle prime armi. La realtà di Baranzate, infatti, è quella classica di un comune della periferia di Milano, dove si mescolano varie culture, lingue e tradizioni. Lo scopo diventa quindi quello di portare più bambini possibili dentro alla comunità oratoriale, di farli divertire e giocare insieme e, soprattutto, di promuovere l’integrazione attraverso l’attività sportiva praticata in un ambiente sano.
Il pomeriggio che a Seveso ha visto protagoniste Sampietrina e Osab lascia ben sperare e, ancora una volta, ci ricorda che spesso dovremmo prendere esempio dai più giovani e dal loro modo di fare sport.
di Stefano Baldan