Il Presidente Mattarella ha incontrato il mondo dello sport
Lo scorso 12 giugno al Foro Italico di Roma
Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
all’incontro con i rappresentanti del mondo dello Sport
Rivolgo un cordiale saluto al Ministro Lotti, al presidente Malagò, al presidente Pancalli, ringraziandoli per i loro interventi.
Saluto e ringrazio tutti i presenti in questo incontro, che intende riaffermare non soltanto i valori dello sport, ma la sua importanza, ampia e crescente, nella nostra società, nella formazione dei giovani, nello sviluppo equilibrato delle persone e delle nostre comunità.
Voi rappresentate un mondo molto vasto. E, insieme, un sentimento diffuso nel Paese, che richiama momenti di serenità, occasioni di amicizia, impegno per migliorare se stessi.
Lo sport è competizione. E' anche espressione di eccellenze. Esprime il tentativo di superare il limite.
Si tratta di una competizione collaborativa. Sempre, sia negli sport di squadra che in quelli individuali: anche in questi i risultati, di chi vince o di chi batte un record, giungono grazie anche all'impegno degli altri in gara, le cui prestazioni sospingono il vincitore.
Lo sport è, insieme, causa e conseguenza di una passione collettiva che accompagna gare e campionati, e talvolta contribuisce a farci sentire un popolo.
Ma lo sport non si esaurisce nell'immagine dei campioni, seguiti con affetto da spettatori e da tifosi.
Lo sport è anzitutto la pratica di milioni di persone. Consiste nella molteplicità delle discipline. E' la crescita dei giovani che mettono alla prova i loro talenti, impegnandosi insieme e confrontandosi non soltanto nella competizione ma, anche e sovente, soprattutto nell'approfondimento comune di metodi di allenamento, di tecniche di prestazione, nell'esame dei risultati.
Vive nell'opera - il più delle volte volontaria - di migliaia di allenatori, dirigenti, educatori, amatori dello sport, che donano tempo ed energie, per accrescere le possibilità di tutti di esprimersi e misurarsi.
In questo ampio e diffuso mondo sportivo rientrano in realtà, a pieno titolo, anche i campioni più noti: sono giunti ai loro livelli facendo, in precedenza, parte anche essi di questo grande mondo amatoriale e, tante volte, vi ritornano per riversarvi l'esperienza e i suggerimenti che derivano da tanti successi conseguiti.
Tocca a voi - anche con il sostegno delle istituzioni - rafforzare insieme lo spettacolo dei tornei e dei campionati, belli ed esaltanti, con l'educazione allo sport dei bambini, con la passione degli adulti, con quella pratica diffusa che, come sappiamo, aiuta la salute, l'amicizia e il sentimento della solidarietà.
Nello sport si specchia la nostra società in misura molto maggiore di quanto taluni credono: per questo lo sport italiano ha consapevolezza di rappresentare l'immagine dell''Italia.
Ho avuto occasione di dirlo agli atleti olimpici e paralimpici, che hanno fatto onore al nostro Paese nei recenti Giochi di Rio de Janeiro.
Così come ad altri atleti che sono venuti al Quirinale, prima o dopo imprese che ci hanno coinvolto. E sono molti i talenti italiani, che hanno fatto issare il tricolore e risuonare il nostro inno in tante parti del mondo.
Ma vorrei che questo messaggio giungesse, con la stessa intensità, alle piccole società di periferia, o dei piccoli centri, e agli appassionati degli sport impropriamente detti "minori". A quella meravigliosa galassia di attività, di società, di iniziative, che arricchisce di valori e di passione la nostra vita comune.
Chi si impegna per lo sport, chi lo diffonde, aiuta l'intero Paese. Desidero dirvelo con convinzione. Sbagliano quanti, con qualche snobismo, considerano lo sport come marginale nella vita sociale, come un tempo di ricreazione. Lo sport è invece una leva di grande efficacia sul piano sociale, culturale, educativo, con rilevanti ricadute economiche.
Questo aspetto conferisce una responsabilità maggiore ai dirigenti sportivi, ai campioni che vengono visti come riferimento - giovani che costituiscono esempio per altri giovani - a chi investe nelle società sportive, al mondo della comunicazione che opera nell'ambito dello sport e assicura un collegamento continuo con passioni popolari così avvertite.
Lo sport si fonda sui principi di lealtà e di correttezza. Sul desiderio di superarsi e di prevalere nelle gare e negli incontri, sul coraggio di competere con chi è favorito, ma anche sul senso sportivo di riconoscere, e applaudire, il merito altrui quando esso si manifesta.
L'etica propria dello sport può aiutare l'etica civile e rendere migliore il nostro modello sociale.
I principi di lealtà, che vengono insegnati sul campo, in palestra, in pista o in piscina, devono, ovviamente, valere, a maggior ragione, nelle più complesse macchine organizzative del mondo sportivo, e nei risvolti economici collegati alle discipline più seguite dal pubblico. Non c'è scorrettezza che possa mai legittimare un successo, non c'è illecito che possa essere trattato con indifferenza.
La sportività è un requisito che deve contraddistinguere anche chi assiste alle gare, e deve manifestarsi nel rispetto per l'altro, di prendere atto del valore del vincitore, di sostenere chi perde, nella capacità di accettare le decisioni di arbitri e di giurie.
Alla lealtà nel gioco deve corrispondere, in tutto l'ambiente, il pieno rispetto della legalità, il contrasto incessante al doping, la costante tensione per ripristinare pari condizioni tra i competitori.
Può apparire non sempre facile affermare valori morali laddove si concentrano forti interessi economici. Questi non sono incompatibili con lo sport ma occorre riflettere sui limiti, che non devono essere valicati, delle virtuose relazioni tra attività sportive e ricerca di profitti economici. Occorre, inoltre, assicurare, attentamente e costantemente, trasparenza di gestione e linearità nei rapporti con le tifoserie.
Lo sport deve fedeltà a se stesso, proprio perché costituisce un bene comune, e ha, nel proprio dna, i codici per correggere distorsioni, lacune e squilibri.
La stessa funzione educativa dello sport, del resto, non è indipendente dai comportamenti dei suoi protagonisti e dalla cultura che essi esprimono. Ripudiare, con severità e senza pause, la violenza e il razzismo, aiutare l'integrazione di chi rischia la marginalità, far crescere solidarietà nell'impegno comune: lo sport può trasmettere questi messaggi, praticandoli e manifestandoli - come avviene - di fronte alla grande attenzione che gli dedicano i nostri concittadini.
Spesso gli atleti si fanno testimonial di meritorie campagne di solidarietà nazionali e internazionali: voglio ringraziarli perché aiutano a far conoscere situazioni difficili e l'impegno di chi vi si dedica.
Lo sport - vorrei ribadire - è un diritto, un diritto di tutti, e occorre impegnarsi affinché il suo esercizio diventi sempre più pieno. La pratica sportiva continua a crescere nel Paese, grazie all'impegno del Coni, delle Federazioni sportive, della Federazione Paralimpica, degli Enti di promozione, delle Discipline associate, delle Associazioni benemerite, di tanti, numerosi volontari.
E' un buon risultato, ma dobbiamo sempre cercare di far meglio. Ci sono nuovi obiettivi da raggiungere. A tutti i bambini e a tutti i ragazzi va garantito l'accesso alle attività sportive, indipendentemente dal reddito delle loro famiglie.
Vanno incrementate le opportunità per le ragazze in modo da consentire loro di raggiungere i livelli di partecipazione dei ragazzi.
Le barriere, dove ci sono, vanno abbattute per aprire percorsi sportivi a chi affronta le diverse forme di disabilità. Sullo straordinario esempio positivo dei nostri campioni paralimpici, non posso che augurarmi che lo sport divenga sempre più uno strumento di partecipazione sociale e di realizzazione personale. Sono molto lieto che domani in questo Stadio dei Marmi si svolgano i 'Giochi senza Barriere'.
Gli sport con più ampio pubblico, e dunque con più risorse, hanno un dovere di solidarietà verso chi opera alla base del movimento sportivo. Gli organismi dello sport - lavorando con concordia - hanno il compito di allargare la propria base e di tenere insieme, il più possibile, la cura dell'eccellenza con la diffusione dei praticanti. Sono necessarie dedizione e professionalità per vincere questa duplice sfida: verso l'alto, dove la competizione è mondiale e i riflettori sono costantemente accesi, verso il basso, dove la sfida è quotidiana e capillare.
Le istituzioni sono chiamate a fare con serietà la loro parte, naturalmente sempre rispettando la libertà e l'autonomia del mondo dello sport. Questi sono valori fondamentali che hanno ispirato la Repubblica nei confronti della pratica sportiva. La nostra Costituzione ha rimosso la visione strumentale del fenomeno sportivo, finalizzata all'educazione dei giovani in funzione dello Stato, tipica dei regimi autoritari, e prevede che si esprima fiducia e si attribuisca piena responsabilità al mondo sportivo nella sua autonomia.
La scuola ha un ruolo decisivo nell'avviamento allo sport. L'educazione sportiva fa parte dell'educazione alla cittadinanza. Anche attraverso lo sport i nostri giovani imparano a conoscere il valore della cooperazione, delle regole, dell'impegno. Si trovano a gestire sia i successi che le sconfitte. Le attività sportive sono spesso tra le prime esperienze di autonomia dei bambini e dei ragazzi. Per questo lo sport è un preziosissimo strumento pedagogico per la libera crescita della personalità. Quando un insegnante fa comprendere allo studente che la fatica dell'allenamento, il coraggio e l'umiltà di mettersi alla prova, l'esperienza di una competizione sportiva, sono un fattore di crescita che predispone alla vita, compie un passo molto importante.
Cruciale è il ruolo e il coinvolgimento delle famiglie. Lo sport comincia con una buona alimentazione, con comportamenti salutari, e mette in guardia da quelli nocivi. Comincia anche con l'insegnamento al rispetto degli altri: quello stesso che si chiede ai bambini in famiglia va suggerito loro nella pratica dello sport.
Non posso che augurarvi i migliori successi. In tutti i campi.
La passione degli italiani sosterrà sempre le nostre squadre nazionali e i nostri campioni nelle diverse discipline, le società sportive, motivo di orgoglio e coinvolgimento per tanti. Questo stadio porta il nome di Pietro Mennea, che è stato un grande simbolo dello sport italiano. Perché è riuscito a raggiungere traguardi straordinari, partendo dal punto più lontano. E, pure quando ha raggiunto la vetta, non ha mai dimenticato la responsabilità sociale del movimento sportivo.
Buona gara a tutti voi. So che non si fanno gli auguri per le competizioni. Ma il mio augurio riguarda il vostro contributo al miglioramento della società del nostro Paese.