Devon e la sua incostanza quotidiana
24 novembre 2021
Chi allena preadolescenti e adolescenti deve avere un ottimo sistema nervoso.
Il rischio di “diventare matti“ è dietro l'angolo.
Tutti (o quasi) hanno un Devon in squadra.
Lui ha una caratteristica. Il martedi viene ad allenarsi “come un professionista“. Ha voglia, è attento, si impegna, dà tutto… Il giovedi sembra un'altra persona: svogliato, distratto, bastian contrario… E il bello è che tra il martedì e il giovedì non è successo nulla.
Proprio così. L'incostanza è una caratteristica di quella fascia di età. Ci si può e ci si deve lavorare sopra. Non bisogna fare sconti ai ragazzi a prescindere… Ma soprattutto ogni mister non deve scoraggiarsi o pensare che sia “lui“ il problema.
Un bravo allenatore non improvvisa mai. Arriva al campo preparato. Ha sempre in tasca un foglietto con scritto tutto l'allenamento. E non ha mai paura a tirarlo fuori un attimo, davanti ai ragazzi, se non si ricorda esattamente un esercizio o cosa far fare in quel momento.
Un allenatore di queste categorie é costretto a “prepararsi due volte“. In tasca tiene due foglietti. Uno con l'allenamento A e uno con la variante allenamento B. Il primo riguarda la seduta da fare programmata. Il secondo è quello che prevede le alternative se quel giorno lì la sua squadra é afflitta da “devonite“ (cioè se un po’ di ragazzi sono nel "giorno no" stile Devon).
Ma il vero antidoto riguarda la fiducia. La relazione educativa con i ragazzi è sempre fondamentale ma qui, in queste categorie, fa la differenza. È quella che succede fuori dal campo a sistemare le cose in campo. Conquistare la fiducia di un preadolescente o adolescente non è semplice. Ma nemmeno troppo complicato. Bisogna appassionarsi della sua vita. Bisogna con pazienza e delicatezza abbattere quel muro di diffidenza che spesso mettono tra loro e il mondo. Bisogna condividere un po’ le sue passioni. Bisogna parlargli della vita guardandolo dritto negli occhi. Bisogna prenderlo sul serio e fargli sentire che abbiamo fiducia in lui. Bisogna sgridarlo senza sconti quando delude... Ma facendogli sentire che quella fiducia che abbiamo in lui é più grande e non si romperà mai per i suoi errori.
Un'altra cosa. Non trattateli con mediocrità. A volte si potrebbe pensare che per tenerli vicino serva chiedere poco. Esattamente il contrario. Affidate a loro grandi responsabilità e grandi obiettivi facendogli sentire che voi “credete in loro“ davvero. Non funzionerà sempre e con tutti, ma spesso si sentiranno “spiazzati“ e portati a dare il meglio del meglio di sé perché dentro di loro diranno: ”Ma lui in me ci crede davvero. Guarda che cosa mi chiede...".
Ho pensato di condividere questi ragionamenti perché l'altra sera incontrando allenatori e dirigenti ho sentito un mister davvero sfiduciato per questo eterno ricominciare con il suo gruppo di adolescenti. Mi raccontava di come gli sembrava di avere a che fare con tanti doctor Jekyll e mister Hyde. Un giorno bravi e volenterosi, un altro giorno ingestibili. E mi raccontava della sua rassegnazione e del suo desiderio di mollare la spugna.
Una fatica che condividono in tanti, per non dire quasi tutti quelli che allenano in queste fasce di età.
I ragazzi hanno bisogno di Voi. Non mollate. Hanno bisogno di buoni maestri, capaci di accompagnarli, di sostenerli, di stargli vicino in una delle fasi più delicate della loro vita. Hanno bisogno di qualcuno che li sappia prima di tutto ascoltare, prendere sul serio, capire… Non sono riflessioni che nascono da ricerche o studi scientifici… ma da quella “Università della vita" che si chiama campo e spogliatoio, che frequentiamo tutti.
Ultima cosa. I ragazzi non dicono quasi mai grazie, ma lo pensano. Difficilmente vengono a dirvelo in faccia, ma quando sentono che la fiducia in loro é reale sentono dentro una stima e una gratitudine immensa verso il proprio mister.
Massimo Achini