Il successo di "Campioni nella Vita"
Per due ore brividi e pelle d’oca.
Non di freddo ma di emozione.
A salire sul palco del prestigioso Auditorium Testori della Regione Lombardia i 50 premiati di Campioni nella Vita e i 4 Discoboli assegnati dalla Presidenza nazionale.
Ognuna è una storia che meriterebbe di essere raccontata.
Una storia di uomini e donne “invisibili” che hanno fatto del servizio il loro stile di vita. Gente umile che ha lasciato il segno nella propria società sportiva.
Vederli sul palco metteva di buon umore. Sentir leggere la motivazione ha fatto venire i brividi di emozione 54 volte, una dopo l’altra. Siamo proprio contenti. Per una volta abbiamo “acceso i riflettori” su gente che rappresenta il volto bello dello sport e della società di oggi.
Di premi e premiazioni nello sport ce ne sono tanti. Forse troppi. Era proprio necessario “inventare” un premio nuovo come campioni nella vita? La risposta é chiara e dritta. Sì, era assolutamente necessario.
Non si premia in questa occasione chi ha vinto. Si premia chi ha costruito umanità muovendosi tra campi, spogliatoi, partite, riunioni e via elencando.
I 54 premiati non sono arrivati da soli. Ad accompagnarli c’erano i ragazzi e i dirigenti delle loro società sportive. Per ciascun premiato una bella delegazione di 6 persone pronta a fargli festa e a salire sul palco insieme a lui.
In sala anche tanti ospiti prestigiosi arrivati per fare festa alle persone che hanno ricevuto il premio.
Da Don Mario Antonelli, Vicario della Diocesi per l’educazione (e presidente della giuria) a don Stefano (direttore della Fom). Dall’assessore Martina Cambiaghi (Regione Lombardia) a Chiara Bisconti (Presidente di Milano sport). Dai componenti della giunta del Coni al Presidente del Panathlon. Da giornalisti di avvenire e Corriere della sera a tanti altri amici.
C’era anche Emiliano Mondonico che da lassù ci segue con l’entusiasmo di sempre. A ritirare il premio sua figlia Clara. C’era anche Andrea Giani che é passato a salutare. Per farlo ha dovuto spostare l’allenamento e lo ha fatto volentieri anche se non era premiato. C’era l’amministratore delegato dell’Inter Alessandro Antonello che ha ricevuto il Discobolo d’oro restando incantato dal popolo delle società sportive di base (che lui conosce bene).
C’era un gigante come il pluricampione del mondo Daniele Cassioli, che ha regalato il suo libro a tutti i premiati.
C’erano due ragazze della società sportiva Rhytmic's Dream che hanno fatto un’esibizione di danza da brividi. Due ragazze down applaudite da tutti forse più delle farfalle.
Discobolo d’oro anche all’Ussa Rozzano, a Giorgio di Lella, a Guido Barberis (alla memoria). Premi anche agli arbitri, applauditi e ringraziati a scena aperta da tutti.
Emozioni su emozioni, una in fila all’altra, per due ore abbondanti.
Alla fine due certezze. La prima. Quello dei campioni nella vita é un popolo immenso. Di gente così nelle società sportive d’oratorio e di quartiere c’è n’è una marea. Noi abbiamo premiato solo una piccola goccia.
La seconda. Il premio campioni nella vita é nato solo lo scorso anno ma è già diventato “grande”, diciamo pure maggiorenne.
Ha saltato a piedi pari infanzia e adolescenza ed è diventato un riconoscimento importante in soli 24 mesi.
Ora si pensa già all’edizione 2020 che sarà sempre nel mese di marzo. Iniziate pure a pensare chi candidare...
Massimo Achini