LA MAGIA DEI RESIDENZIALI E DELLE ESPERIENZE EDUCATIVE
28 marzo
In queste settimane oltre 4.500 tesserati e tesserate CSI vivranno l’esperienza di un’iniziativa sportiva residenziale. Parliamo di 270 squadre che partiranno da Milano alla volta di un momento che non dimenticheranno per tutta la vita, come certe gite scolastiche che restano nel cuore, solo che qui si condivide tutto con i compagni di squadra, i propri dirigenti e gli amici delle squadre avversarie.
Suddivisi in 9 weekend dedicati a categorie specifiche, i Tornei Residenziali sono cresciti a dismisura negli anni. Dietro ci sono ragionamenti importanti che partono dalla finalità che è nostra da sempre: educare attraverso lo sport. Per essere incisivi nei confronti di ragazzi e delle ragazze, ci vuole qualità nell’ordinarietà (gli allenamenti e le partite per intenderci), dove servono allenatori e dirigenti formati e preparati, ma c’è bisogno anche della straordinarietà fatta di momenti particolari nei quali vivere esperienze forti.
Vivere come squadra i weekend magici della trasferta, del viaggio, della condivisione di più giorni e serate, di pranzi e colazioni insieme, dell’incontro con avversari che lo sono solo nel momento della partita, è senz’altro una di queste esperienze di cui parliamo. Solitamente queste proposte finisco per essere destinate solo a chi finisce a fare le finali nazionali o regionali fuori dal proprio contesto, ma partendo da questa osservazione il CSI Milano ha inventato dei Tornei Residenziali aperti a tutti, e lo ha fatto 20 anni fa con Giordano Intelvi, ancora oggi Consigliere Provinciale del comitato. Ecco la magia: partire da Milano, alloggiare tutti insieme nello stesso albergo che si colora di CSI, raggiungere le località marittime o di montagna previste (Ravenna, Misano Adriatica, Casargo) e disputare un grande torneo di più giorni con enorme spirito associativo. In questi weekend si vive in un clima comunitario che al ritorno diventa testimonianza di un momento in cui il gruppo è cresciuto insieme. Non siamo i soli a organizzare e offrire queste proposte, ma di sicuro nel nostro percorso il torneo diventa un pezzo di un puzzle più grande che vede impegnato uno staff organizzativo a disposizione 24ore su 24 sia nella fase di preparazione, sia sul posto accanto alle squadre al servizio delle loro esigenze.
Chiudo con due riflessioni. La prima riguarda, appunto, la macchina organizzativa pazzesca dietro ai tornei: provate ad immaginare cosa vuol dire organizzare 9 week end così a campionati pienamente in corso. Lo staff organizzativo è capitanato da Gianluca Meneghini, che lavora per mesi a questi appuntamenti per muovere e far alloggiare 4500 persone e preparare ogni dettaglio. Poi arbitri, logistica, animazione, commissari di campo, comunicazione. Bisogna essere un po’ matti per tenere insieme una cosa così… Ma noi lo siamo, lo sapete.
La seconda riflessione esce dal contesto dei Tornei Residenziali ma ne prende spunto. Abbiamo bisogno di momenti extra campionato. Ne hanno bisogno i ragazzi e le ragazze e ne hanno bisogno allenatori e dirigenti. Big bang, corso residenziale per allenatori, esperienze come la visita al museo della Shoah o la trasferta a Losanna al museo del CIO, le missioni di CSI per il mondo, il giocare in carcere, il calcio integrato e tanto altro, sono esperienze che vanno in questa direzione. In questi anni vogliamo rafforzare l’offerta di queste proposte a disposizione delle società sportive. Ribadiamo: serve un’ordinarietà sportiva di qualità che vuol dire una routine di allenamenti, partite e campionato ben strutturata, ben organizzata, con allenatori qualificati e competenti. Ma è il mix di queste due dimensioni che diventa esplosivo. Lasciateci dire che siamo orgogliosi di un comitato che riesce a mettere in piedi così tante iniziative unite dal filo rosso di essere concepite come esperienze educative. Dietro c’è un lavoro immenso che spesso non si vede.