LA GUERRA NELLO SPORT SI SMANTELLA COSTRUENDO LA PACE CON LE ALLENAZE EDUCATIVE
6 marzo
C’è in giro una gran voglia di Pace.
Lo si sente forte visto il clima che si sta costruendo, e visti gli equilibri precari smossi dai fatti di cronaca. Fanno riflettere le immagini provenienti dalla sala ovale della Casa Bianca. Premettiamo: non siamo a discutere delle posizioni politiche e nemmeno su chi abbia o meno ragione, non è il nostro compito e ognuno è fortunatamente libero di pensarla come crede. C’è chi respinge con fermezza le modalità di Trump, chi evidenzia le responsabilità di Zelensky, ma la cosa vera è che tutti, e proprio tutti, concordano sul fatto che chi governa dovrebbe sempre lavorare per la Pace, una condizione non negoziabile per lo sviluppo dell’umanità.
Bene, ma nello sport come siamo messi?
Ce lo chiediamo perché sarebbe troppo facile invocare la Pace nel mondo e avere atteggiamenti di conflitto e guerre nei contesti che ci toccano giorno per giorno. Sul nostro territorio siamo messi bene, ma veramente bene. Però, cari amici, esiste un’Italia sportiva che si fa la guerra, a partire da Federazioni ed Enti di Promozione che spesso vivono come nemici, si percepiscono tali, e come tali vanno spesso allo scontro. Si appellano a regolamenti e convenzioni contendendosi il tesseramento e “l’appartenenza” degli atleti e delle atlete, affrontandosi aspramente sul tema degli svincoli, sulle condizioni da porre, e via dicendo in questo senso.
E poi ci siamo noi, un Ente e un territorio come il nostro dove l’atteggiamento e lo sguardo da decenni sono diversi. Sarebbe riduttivo dire che con il CONI e le Federazioni andiamo d’accordo, perché siamo molto di più, siamo alleati veri e camminiamo insieme per il bene dei giovani.
Volete esempi concreti? Il CONI e le Federazioni furono al nostro fianco e si spesero concretamente per darci una mano in quella incredibile follia che erano Le Olimpiadi degli Oratori. Ricordate piazza Duomo lo scorso settembre? Esattamente lo stesso scenario. Questo vale per il CONI Lombardia (grazie al presidente Riva e alla giunta), vale per federazioni come la FIGC, la FIPAV, la FIP ma molte altre in realtà che elencare sarebbe lunghissimo, ma che abbiamo già nominato a suo tempo. Non esiste una federazione con la quale non andiamo d’accordo e con la quale abbiamo rapporti conflittuali, perché abbiamo costruito nel tempo alleanze educative e sguardi di collaborazione. In giro per l’Italia quasi mai è così e si vive spesso di rapporti formali per lo più burocratici. Noi abbiamo costruito ponti di amicizia e fraternità.
Lo sport del CSI, e lo diciamo con orgoglio, è di casa nel palazzo di via Piranesi. È un esempio piccolo ma significativo di come la Pace si può costruire concretamente nella vita quotidiana. Vogliamo ringraziare il CONI regionale e tutte le federazioni lombarde per questo sguardo di lungimiranza. Vogliamo ringraziare il CSI e le società sportive che hanno sempre dimostrato affidabilità e qualità. È bello prendere coscienza che siamo avanti anni luce rispetto alla situazione del sistema sportivo del paese. Da noi, lavorare fraternamente insieme e per il bene dei ragazzi e delle ragazze è già realtà. E funziona alla grande!
È troppo facile scandalizzarsi per lo scenario mondiale e poi farci la guerra negli stadi, nelle riunioni interne, nel sistema sportivo italiano in generale così come nella vita quotidiana extra sport. Noi preferiamo dare testimonianza di una voglia vera, profonda, sincera, di una Pace possibile e generativa anche quando sembra più naturale creare tensioni; una Pace che si costruisce in tutti i contesti del vivere, nei gesti piccoli di ogni giorno. Una Pace che va cercata e costruita, e il rapporto tra il CSI Milano e le federazioni oggi, è frutto proprio di questa costruzione. E ne siamo contenti e orgogliosi!